Apparecchio per le figure di Chladni

DATA/PERIODO: seconda metà XIX sec.

INVENTORE: Ernst Florens Friedrich Chladni.

MISURE: larghezza: 60 cm, lunghezza: 20 cm,

altezza: 38 cm

MATERIALE: legno, ottone.

N° INVENTARIO: 616

 

 

Ganot, Trattato elementare di fisica, 1887, pag 145.

 

L’apparecchio permette di visualizzare le zone di massima e minima ampiezza delle onde prodotte dalla vibrazione di un archetto di violino strofinato su una delle lastre metalliche. La sabbia, posta sulla lastra, evidenzia tramite diverse configurazioni i punti in cui l’ampiezza è minima: i nodi. Tanto più sono numerose le righe di sabbia, tanto più elevata è la frequenza. Queste linee nodali stanno sempre tra due linee ventrali.

La disposizione e il numero delle lastre metalliche sono irrilevanti; lo strumento che si trova nella nostra collezione ne presenta tre di forma quadrata: due di grandezza uguale, la centrale più piccola. Le tre lamine sono rialzate dal piano d’appoggio grazie a tre piedistalli lignei di egual altezza. 

L’archetto, in altre varianti dello strumento, può essere fatto passare attraverso un foro della lamina.

 

 

 

 

Le configurazioni ottenute sono dette figure di Chladni. Chladni scoprì che a immagini uguali corrispondono suoni uguali ma non è necessariamente vero il contrario. I liutai hanno utilizzato queste figure per modellare la camera armonica dei violini.

Disegno tratto da un testo antico

declinazione

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