DATA/PERIODO: seconda metà XIX sec.
MISURE: larghezza: 29 cm, lunghezza: 23 cm, altezza: 41 cm.
MATERIALE: legno, ferro, ghisa.
N° INVENTARIO: 629
Lo strumento dotato di grande sensibilità, è costituito da un magnete fisso con espansioni polari ricurve fra le quali è inserita una bobina rotante, con molla di richiamo, che circonda a sua volta un cilindro di ferro, fissato a supporto. Il diametro di questo cilindro è il massimo possibile, compatibilmente con l’esigenza di permettere la libera rotazione della bobina. Queste particolarità costruttive fanno si che il campo magnetico nell’intraferro, spazio tra l’estremità del magnete e il cilindro di ferro, sia perpendicolare all’asse della bobina indipendentemente dalla sua posizione e contemporaneamente risulti della massima intensità possibile. Di conseguenza il momento di coppia che agisce sulla bobina è direttamente proporzionale, per piccoli angoli di rotazione, alla corrente che la percorre. L’indice dello strumento è il raggio di luce riflesso dallo specchio piano solidale con il filo di sospensione dell’equipaggio mobile; alla rotazione della bobina corrisponde una uguale rotazione dello specchietto, ma il raggio riflesso ruoterà di un angolo doppio.
Questo sistema di amplificazione costituisce una leva ottica utile per misurare piccoli spostamenti angolari; il metodo prende il nome dal fisico tedesco che lo ha inventato: J.C. Poggendorff.
La sensibilità dello strumento è valutabile dell’ordine dei 0,02 mA, la portata può raggiungere 1mA.
Disegno tratto da testo antico.