DATA/PERIODO: seconda metà del XIX sec.
MISURE: larghezza: 43 cm, lunghezza: 32 cm, altezza: 11 cm.
MATERIALE: vetro, ottone, ferro.
SCRITTE/FIRME: J. Duboscq A. Paris
N° INVENTARIO: 571
L’apparecchio per la ricombinazione dei colori dello spettro è costituito da una lente convergente cilindrica e da un piccolo prisma montato su una lastra di vetro portata da un braccio mobile.
Utilizzando una sorgente di luce bianca ed un prisma posto a monte dell’apparecchiatura, si effettua la dispersione della luce ottenendo una banda con i colori dell’iride; le diverse radiazioni che compongono tale spettro, attraversando la lente cilindrica dello strumento, focalizzate su uno schermo si ricompongono a dare luce bianca. La luce bianca si può ottenere anche illuminando contemporaneamente uno schermo con solo tre radiazioni fondamentali: rossa, blu e verde. Sommando due di queste radiazioni, si ottiene un colore complementare alla radiazione rimasta; ad esempio, componendo il rosso con il verde si forma il giallo, che è colore complementare al blu. Si dicono complementari quelle coppie di colori che, sommandosi, danno luce bianca.
Il piccolo prisma montato sul braccio mobile permette di intercettare una parte del fascio in uscita dalla lente cilindrica, deviandolo di circa 6°: questo impedisce la ricomposizione di tutti i colori. Nel fuoco della lente cilindrica si genera una fascia di colore complementare a quello della componente deviata e le due bande colorate saranno ben visibili su uno schermo. Se per esempio intercettiamo la radiazione rossa si formerà una banda di colore corrispondente, leggermente spostata; la parte rimanente del fascio principale non apparirà più bianca, bensì azzurra, perché le radiazioni rimaste danno come somma l’azzurro che è il colore complementare al rosso. Intercettando il blu-violetto, apparirà questo colore, insieme al suo complementare giallo e così via.
Nel 1847 il fisico palermitano Domenico Ragona-Scinà pubblicò un metodo di sovrapposizione dei colori che sfruttava un pezzo di vetro colorato. Mostrò che, se si osserva un cerchio nero attraverso una lente colorata e si sovrappone ad esso il riflesso di un oggetto bianco, il cerchio nero risulterà del colore complementare rispetto a quello della lente.